Tira le redini,
manovra le menti,
comodamente
seduto in poltrona.
Manipola il corso degli eventi
da dietro una scrivania,
fumando sigari,
annientando esistenze,
vomitando sentenze.
Sacrificando pedine
a suo piacimento.
Muovendo pezzi di una scacchiera,
standosene arroccato
nella sua fortezza.
Al riparo da ogni granata,
al sicuro da ogni siluro,
lontano da ogni mortaio.
La sua vita è un mortorio,
il suo verbo è perentorio.
Il suo appetito è smodato,
il suo ego è smisurato.


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