Il nostro bolide scatenato macina chilometri senza esitazione,
ci porta ovunque il nostro istinto voglia andare,
nessuna meta, nessuna destinazione.
Dobbiamo solo puntare il dito sulla mappa e accelerare,
chiudiamo gli occhi e lo lasciamo andare
finché la campana non suona gli ultimi rintocchi.
Le mani sul volante, il motore rombante,
il vento tra i capelli, il sole in faccia come ribelli,
lo stereo a tutto volume, di lucidità non ce n’é neanche un barlume.
Girovaghiamo senza sosta, acceleriamo sulla corsia opposta,
si procede a tavoletta, al semaforo sgommiamo in tutta fretta.
Strade tortuose, sbandate pericolose,
solo una stretta lingua d’asfalto
ci separa tra il precipizio e lo schianto.
Vagabondiamo, neanche noi sappiamo bene cosa cerchiamo,
ci rallegriamo, senza neanche sapere dove andiamo:
una spiaggia assolata, una distesa sconfinata,
una strada sterrata, una campagna desolata,
una foresta lussureggiante, una montagna imponente,
a un certo punto ci ritroviamo nel bel mezzo del niente.
Una lingua di terra sconosciuta ai confini del mondo,
non ci rimane che festeggiare girando in tondo,
ci fermiamo solo quando il serbatoio ha toccato il fondo,
ci plachiamo solo quando è sazio il nostro spirito errabondo…