La vita mi sembra, a volte,
tutta un precario equilibrio:
è come essere un alcolizzato
avendo il bicchiere sempre colmo,
come danzare sull’orlo
di un burrone bendato,
come camminare su una fune
senza essere legato.
L’ansia costante è disarmante,
la paura paralizza ad ogni istante,
la disperazione ti segue da ogni parte,
la gioia se ne sta in disparte.
È come vivere in un castello di carte,
basta una minima mossa,
un cenno, un alito di vento,
e tutto ti cade addosso.
Le certezze al sole si sgretolano,
i problemi all’ombra si accalcano,
i sogni a terra si infrangono,
le speranze al vento si disperdono.
Tutto quello per cui ho lottato,
tutto ciò che ho sempre desiderato,
ogni risultato, viene vanificato
dal sadico disegno del fato.
La sua trama è un labirinto contorto,
e per quanto ci provi e mi sforzi,
c’è sempre qualcosa che va storto,
ma non per questo mi do vinto,
anzi mobilito ogni atomo del mio corpo
e capisco, sempre più, che il controllo
è solo, di uno stolto, una mera illusione,
di un pazzo, una ferma convinzione.