La profezia dello sciamano

Il saggio sciamano ci ha radunati
intorno al fuoco, si è seduto e ha parlato.
Aquila bianca ha ascoltato il grande spirito
e ha ricevuto un presagio di morte,
gli ha rivelato che il suo popolo
corre un tremendo pericolo,
che verrà raggirato e depredato,
che verrà sfruttato e sterminato,
che il suo destino è ormai segnato.
Verrà inseguito e cacciato da un nemico
che non può essere sconfitto
con archi e frecce, con cui
non si può scendere a patti.
L’uomo “pallido” arriverà dal mare,
armato e bardato, portando con se sventura,
e una fame che non si può saziare.
Non ha alcun rispetto per Madre Natura,
per ogni suo dono e creatura;
seminerà aridità e calamità,
non conosce né onore né pietà,
lascerà dietro di se una scia di corpi
che non è possibile enumerare.
La polvere gialla lo ho stregato,
dall’ira è accecato, l’avidità lo ha consumato.
Ci saranno delle battaglie tremende,
verranno devastati villaggi, bruciate tende,
verranno trucidati donne a bambini innocenti,
e i superstiti inermi verranno rinchiusi nelle riserve.
Alla fine di tutto, l’ultimo fiero guerriero,
perderà anche lo scontro decisivo,
la battaglia per soccombere o per restare vivo:
sangue fuori dalle vene e piombo in corpo,
cavalcherà, a petto nudo, col viso dipinto
di scuro, incontro al suo tramonto.