Lo so, lo ammetto,
per quello che ti ho fatto
non ci sono scuse,
ma quando ero matto,
era come essere sempre interdetto.
Lo so, sono stato uno stronzo,
ammetto le mie colpe,
ma non darmi contro,
non mettermi in croce.
Lo so, non posso rimediare,
ma devi sapere
che parlavo un dialetto
che nessuno poteva capire,
le avventure che vivevo
avevano senso
solo nella mia mente.
Mi sentivo diversamente uguale
da ogni comune mortale,
ero presente seppur assente.
Mi sentivo, a tratti, onnipotente,
per il resto ero terrorizzato,
sempre frastornato.
Mi sentivo schiacciato al suolo,
non capivo il mio ruolo,
ero intrappolato nella mia mente.
Se ci ripenso,
era roba da pazzi,
è inutile che ti scazzi,
al mio posto,
tutti sarebbero
caduti a pezzi:
un puzzle da ricomporre
con le mie sole forze.
Lo so che mi odi,
per quello che provi,
voglio che ti sfoghi.
Se potessi,
tornerei sui miei passi,
ma non posso.
Ero innamorato cotto,
ora sembra che ti sfotto,
ma, al tempo, non sapevo
quello che facevo,
ero in balia dell’apatia.
Quando sei fuori di testa,
non hai scelta,
la tua mente
ha una propria logica
contorta, che a volte comporta
che nulla ti importa.
Non hai priorità,
soccombi in balia della quotidianità.
In quelle condizioni,
non sei consapevole delle tue azioni,
nessuno può farti stare bene,
nessuno può capire le tue pene.
