Viveva
in un limbo
senza tempo,
in una dimensione
astratta;
era sempre
distratta,
immersa
nel suo mondo interiore.
Viveva,
persa,
con la testa
tra le nuvole,
senza regole,
sembrava
così fragile,
quasi come
una bambola
di porcellana.
Viveva
intrappolata,
costantemente,
in un sogno
ad occhi aperti,
scollegato
dalla realtà,
ambientato
in un regno fatato.
Viveva
ogni momento
come se fosse eterno,
senza pentimento.
Era sempre sospesa
a mezz’aria,
non riusciva,
proprio, a stare
con i piedi per terra.
Viveva
una perpetua
fanciullezza:
si scuoteva
per ogni brezza,
si emozionava
per ogni carezza,
si turbava
per ogni inezia.
Viveva
la sua vita ideale:
distratta,
sbadata,
svagata,
ovattata,
viziata,
coccolata.
Rinchiusa al sicuro
nel suo guscio,
sguazzava
nel suo imperituro
chiaroscuro.

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