Non ti allargare, non ti avvicinare.
Non invadere il mio spazio vitale.
Tieni le mani a posto, stai composto.
Odio sentire il fiato sul collo,
se ti si appropinquano, si appiccicano
e non te li scrolli più di dosso.
Se si avvicina qualcuno d’indesiderato,
di cui erroneamente ti sei fidato,
puoi immaginarti il risultato.
Ognuno vive nella propria bolla,
a cui è proibito l’ingresso alla folla.
Non è solo un problema di prossimità,
ma di rispetto per l’altrui intimità.
Se ognuno si facesse i propri affari
non esisterebbero più le comari,
che amano sparlare alle spalle della gente
senza pensare alle conseguenze,
alle ripercussioni sulle altrui esistenze.
Da quella accozzaglia che maligna e che spia
ogni tuo movimento, che è invidiosa,
gelosa, spocchiosa e petulante,
che soppesa e che paragona,
voglio tenermi il più possibile distante.
Solo per quegli esseri spregevoli
reintrodurrei il distanziamento,
meglio ancora l’isolamento,
cosi ognuno vivrebbe felice e contento.