Nel fitto della notte
si riunivano a frotte.
Ballando in continuazione,
attorno al falò acceso,
fino al sorgere del sole.
Invocando gli spiriti della natura
che dimorano nelle foreste.
Preparavano medicamenti,
elisir, balsami, unguenti
e pozioni miracolose
per ogni malanno
e ogni bisogno.
Possedevano
una sensibilità
sovrannaturale,
erano in armonia spirituale
con la madre terra.
Niente avevano
a che fare con il male.
Erano le guaritrici,
le raccoglitrici e le levatrici
dei tempi andati.
Poi venne la chiesa
che le considerò
adoratrici del diavolo.
Vennero perseguitate,
rinchiuse, incatenate,
torturate e infine bruciate vive.
Estorcendogli una confessione
per la gloria del signore.
La loro unica colpa
era essere nate donna
quando il bigottismo
regnava sovrano
e l’oscurantismo
era il pane quotidiano.


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