Non fare il medico

Non fare il medico
se sei indisponente,
se sei insofferente,
se non sei propenso
a prenderti cura della gente.
Se non hai pazienza
e navighi nell’indifferenza.
Se pensi che il paziente
sia solo un numero.
Vai a timbrare il cartellino,
vai a fare il becchino.
Non fare il medico.
Vai a fare l’idraulico.
Guadagnerai forse lo stesso
e con meno stress.
Se stai con il cronometro
mentre visiti un paziente.
Se non te ne frega un bel niente
del benessere del prossimo.
Vai a lavorare in un cubicolo.
Vai a fare l’impiegato
di qualche ente statale.
Vedrai che trattamento regale.
Se sei solito trattare
la gente come bestiame,
vai a fare l’allevatore di pollame.
Se ami comandare il prossimo a bacchetta,
vai a fare il direttore d’orchestra.
Vai a fa il sergente istruttore
di qualche reggimento.
Se il tuo intento è solo
pensare al compenso,
non rifletterci un momento.
Non lavorare in ospedale,
altrimenti, farai solo del male.
Sarai cagione dell’ennesimo funerale.
Avrai sulla coscienza
un altra vittima dell’incompetenza.
La malasanità in Italia è di casa.
Sarebbe da fare tabula rasa.

«La scienza medica è così imperfetta che è impossibile sapere per certo, prima di trattare un paziente, quale sarà il risultato. Ogni terapia è sperimentale e ogni medico sollecito deve correre dei rischi, se vuole aiutare i suoi pazienti. L’incompetenza è un’altra questione: se un medico è incompetente non dovrebbe praticare la medicina e basta.»
Patch Adams, Salute!, 1993