Lista d’attesa

La sanità in Italia
è una faccenda sporca.
Dovrebbe essere pubblica,
ma, in realtà, da quando
è diventata come una azienda,
conta più il fatturato
che il benessere del malato.
Il profitto va sempre a discapito
della salute dell’assistito.
Se passi per la prescrizione del medico,
sei costretto a metterti in lista d’attesa
e, se ti va bene, aspettare mesi.
Se hai dei malanni seri
sei costretto ad andare a pagamento,
in quel modo, guarda caso,
c’è posto il giorno dopo.
La lista d’attesa è fattibile
solo per chi può permettersi di aspettare,
solo se non sei grave,
se non hai un male mortale.
O se, sfortunatamente, sei nullatenente
e non hai altra scelta, aspettare
diventa l’unica possibilità di salvezza.
Ma la lista d’attesa diventa infinita,
rischi di non arrivare vivo alla visita.
È un sistema marcio, uno schifo totale.
L’intramoenia dovrebbe essere proibita,
la libera prestazione abolita.

«La sanità italiana era tra le migliori ma adesso è in crisi per colpa della politica che ha inserito il profitto. Gli ospedali sono diventate delle aziende. Oggi il medico viene rimborsato a prestazione, che è una follia razionale, scientifica ed etica. Si mette il medico in condizioni di dover fare o di ambire a fare più prestazioni perché così guadagna e quindi si inventano nuove malattie e cure, oppure si fanno interventi chirurgici inutili. L’obiettivo non è più la salute, ma il fatturato. Il profitto va abolito dalla sanità, perché abolendolo e rendendo una sanità gratuita a tutti coloro che sono sul territorio italiano, si avrebbero 30 miliardi di euro da investire ogni anno.»
Gino Strada