La natura non si adatta alla geometria euclidea, ma si manifesta in frattali, in figure auto-similari. Cioè che si ricopiano su scale diverse, dal microscopico al macroscopico, conservando la stessa forma. La sua chiave di volta è l’accrescimento perfetto. Creare il massimo col minimo sforzo, attraverso il Phi, il numero dorato. La serie di Fibonacci lo descrive accuratamente. Tutto è in proporzione alla sezione aurea che è presente ovunque in natura sotto forma di spirale. Nel guscio del Nautilus, nelle corna dell’ariete, nella doppia elica del girasole e in quella del DNA nel genoma. Essendo la materia nient’altro che energia condensata, in cui ogni particella è collegata, in pratica, viviamo in una enorme spirale, in un gigantesco flusso di energia che tutto avvolge e pervade. Dove tutto è collegato e si ripete all’infinito. Dalle sinapsi nel cervello agli ammassi dell’universo. Viviamo in una gigantesca mente, in un unico organismo vivente cosciente e strettamente interconnesso. Potremmo chiamarla divinità che tutto vede e tutto sa, o, più semplicemente, madre natura. Più che essere solo un chiaroscuro, probabilmente, l’universo, non è altro che un tutt’uno.