Sarebbe stato… Malinconico condizionale passato

Le nostre vite sono strade lastricate di ricordi, costellate di crocevia, di incontri del destino, di decisioni che ci portano in una certa direzione, di errori che ci insegnano una lezione.

“Se ti avessi conosciuta, chissà come sarebbe stato, se ti avessi sposato, forse un altro sarei diventato e se poi mi fossi laureato, se quel lavoro all’estero avessi accettato, forse degli affetti me ne sarei fregato e me ne sarei andato in un altro stato…”


Ma in in fondo quel che stato è stato, il passato è passato, è inutile piangere sul latte versato.
 
Se avessi detto, se avessi fatto, ma ormai il dado è tratto.

Non possiamo tornare indietro ma possiamo guardarci dentro.

Sogni e bisogni, aspirazioni e necessità


Volenti o nolenti siamo la somma dei nostri fallimenti, dovremmo esserne contenti e uscirne vincenti. Quanti pentimenti, quanti ripensamenti, viviamo in balia dei nostri sentimenti.


Camminando incroci spesso visi scontenti, leggi nei loro occhi il rimorso, il rimpianto.
 
Un viso affranto, un cuore infranto.
 
Gli stessi errori troppo volte commessi, ancora e ancora, senza imparare la lezione, senza accettare lo sbaglio, senza cambiare in meglio.

La sofferenza è un grande strumento di maturamento.


In fondo è tutta una questione di adattamento, è l’eterno scontro tra quello che accade fuori e quello che provi dentro.


Coincidenza significative, decisioni istintive.


Navighiamo nel mare della tristezza, sospinti soltanto da una flebile brezza, l’amarezza, cullati dai flutti della malinconia: è una vera e propria droga, una malattia; ci fa crogiolare nella depressione e nell’auto commiserazione, ci appaga ma è solo un illusione, un circolo vizioso che rende incapaci di reagire, rende paradossalmente felici di soffrire.


Un meccanismo di difesa che ci fa tirare avanti, è sopravvivere ma non vivere, galleggiare in balia della corrente come un corpo inerte.


Ogni fine è un nuovo inizio, ogni sbandata è un indizio.


Non è mai troppo tardi per reagire, il tempo è un inganno, nonostante l’affanno si può stringere i denti e arrivare al traguardo.


È giunta l’ora di agire, per rimediare ai propri sbagli non c’è che da rimboccarsi le maniche e fare armi e bagagli, abbandonare quei docili flutti ammalianti e salpare per lidi inesplorati.


Giunti a questa conclusione, è d’obbligo una riflessione:


“Dopo tutto se ci penso bene non sono pentito, forse rifarei gli stessi errori, patirei gli stessi dolori, se fossero necessari per giungere alle stesse mutazioni, per diventare quel che sono, per giungere a uno stabile approdo. L’unico rammarico è per il tempo sprecato che in nessun modo può essere recuperato e beh per il passato ormai obliato.”


Ora basta scusa, mi sono proprio stancato del solito…


Sarebbe Stato… Malinconico condizionale passato

“La malinconia è la gioia di essere tristi”. 
Victor Hugo