Perdersi per ritrovarsi

Quando parti per un viaggio,
sai come sei, con chi vai,
ma non sai come tornerai.
Lascia a casa i pregiudizi,
i problemi, i pensieri e le paure,
viaggia leggero, stai sereno.
Incontrerai nuove culture,
perciò non sai mai il bagaglio
che indietro ti porterai.

Perdersi per le strade
di una nazione sconosciuta,
perdersi con una anima
appena conosciuta,
perdersi in un mercato affollato,
perdersi in un luogo isolato
dalla bellezza mozzafiato.
Perdersi nella vastità del creato,
tra le rovine di una antica civiltà,
tra le vie di una brulicante città,
perdersi in qualche luogo
avveniristico d’occidente
o mistico d’oriente,
perdersi fra la gente,
perdersi controcorrente,
perdersi per ritrovarsi interiormente.

Girovagare senza meta,
improvvisarsi poeta,
innamorarsi delle sensazioni,
descrivere i colori e i sapori,
immergersi nei profumi,
scoprire nuovi usi e costumi,
sfamare il proprio bisogno
di esplorare, di conoscere
e di capire altri modi di pensare,
di agire e di essere.

Attraversare nuove frontiere,
infrangere barriere,
viaggiare senza meta
alla ricerca di una propria coscienza,
fare qualche nuova conoscenza:
intrecciare destini,
incontrare spiriti affini;
tra scottature e sospiri,
mal di testa e capogiri.

Essere liberi, senza redini,
di reinventarsi, di esprimersi,
di ripensare alla propria vita.
Di ricominciare da capo,
senza essere giudicati,
senza essere marchiati,
senza essere incatenati,
alla noiosa routine quotidiana,
intrappolati, al tedioso samsara.