Giunto un certo punto della giornata,
quando la fame avanza e si fa largo l’emicrania,
la domanda sorge spontanea:
“Che ci cuciniamo oggi?
Ti andrebbe una sana insalata?
Ricordati che siamo a dieta…”
La risposta, allora, si fa particolarmente concitata:
“Ma che ce frega, famoce una bella spaghettata!”
In fondo ne basta solo una manciata
e la scorpacciata è assicurata.
A pranzo, a cena, a mezzanotte:
è sempre l’ora di mangiarne a frotte!
Se ti viene un languorino, facci un pensierino,
esistono ricette per tutti i gusti,
per ricchi e poveri, belli e brutti…
Aglio, olio e peperoncino:
sono il piatto degno di un divino.
Alle cozze, con tonno e alici:
da soli, con parenti e con amici.
Alle vongole, allo scoglio:
sapessi quanto bene vi voglio!
Alla Nerano, alla Bolognese:
non avanza mai, non c’è rischio di essere scortese!
Al pomodoro, alla puttanesca:
oggi cucinamo alla romanesca!
Gricia e amatriciana,
cacio e pepe o carbonara:
rendono sempre la vita meno amara…
“Con tutto questo parlare,
m’hai fatto venì una fame…
Non cincischiare, eddaglie su, sbrigate e prepara!”.
Sembrerebbe lo stereotipo
di una tipica pietanza italica,
ma in realtà è solo l’archetipo
della nostra fame atavica.
Due Spaghi
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