Non vedo l’ora che sia estate,
per poter andare al mare
e riprendere qualcuno col cellulare
mentre sta per affogare.
Non vedo l’ora che sia inverno,
per poter andar in montagna
e filmare qualcuno col tablet
mentre viene investito da una valanga.
Non vedo l’ora che accada qualcosa
davanti alla mia fotocamera,
una rapina, una rissa, uno scippo, uno stupro,
così potrò farmi bello d’avanti al gruppo,
potrò compiacerli senza dispiacermi.
Meglio ancora se a farlo siamo noi stessi;
potrei bere il cianuro, o prendere a testate un muro?!
Non vedo l’ora di pubblicare
una foto sensazionale, uno scoop micidiale,
un avventura che solo a me poteva capitare,
come riprendermi mentre in bagno sto a cagare.
Per guadagnare punti sulla concorrenza,
per dimostrare la mia intraprendenza,
per farmi notare e invidiare,
per farmi adulare e desiderare.
Non vedo l’ora di immortalare
e di ostentare la mia situazione privata,
la mia condizione privilegiata,
la mia vita agiata e beata,
la mia famiglia sovrappopolata,
per poter paragonare la mia fortuna
e farmi confortare dall’altrui sfortuna.
Non vedo l’ora di andare all’ospedale,
per informare tutti su quanto sto male,
farmi riprendere mentre mi fanno un esplorazione rettale,
e poi farmi consolare e rincuorare,
farmi compatire e farli intristire,
e, infine, anche diagnosticare l’infermità mentale.
Non vedo l’ora di andare al mio funerale,
così potrò smetterla di dover spiattellare
ogni mia faccenda personale,
saranno gli altri a riprendermi,
peccato solo che non potrò sorprendermi
quando nessuno gli metterà il “mi piace”,
ma potrò almeno riposare in pace.