Spensieratezza e Amarezza

Ripensando ai bei tempi andati,
in cui ogni azione veniva
accompagnata da un risata.
Ogni giornata era spesa
all’insegna della spensieratezza.
Erano anni in cui potevi fare serata
senza il giorno seguente risentirne.
Senza poi specchiarsi e pentirsene.
Gli acciacchi non sapevi cosa fossero.
Di sensi di colpa neanche l’ombra.
Mangiavi l’impossibile
senza ingrassare di un grammo.
Stavi alzato fino a notte fonda,
ingozzandoti di pastarelle e carbonara,
per poi svegliarti a mezzogiorno,
senza quasi alcun postumo.
Non conoscevi l’alba ma solo il tramonto.
Stavi a cazzeggiare tutto il tempo,
perché pensavi di averne in abbondanza.
Quando invece sei vicino ai quaranta,
ti accorgi che ti è rimasto da campare
forse metà della tua vita attuale.
Ripensando a quei tempi,
che non potranno mai tornare,
resta solo un retrogusto
in bocca di amarezza.
Un qualcosa che niente può consolare,
che non può passare
con una semplice carezza,
che non può addolcire
nessuna caramella.