È quel periodo dell’anno,
quello che tutti stanno aspettando.
È il periodo della magia e delle illusioni,
delle disparità e delle contraddizioni.
Quello del calore del focolare,
dell’euforia e del clima gioviale,
delle canzoncine di natale,
dell’ipocrisia e della falsità generale.
Della smania di comprare,
dell’albero da addobbare
e delle rate da pagare.
Di “Una poltrona per due”,
del presepe con l’asinello e il bue.
Di “Mamma ho perso l’aereo”
e di buon natale maledetto animale.
Delle settimane bianche
e delle tresche romantiche.
Delle sudate ferie,
dell’elemosina e delle miserie.
Della corsa ai regali,
dell’IMU e della TARI.
Delle offerte imperdibili
e delle sole incredibili.
Delle abbuffate colossali
e delle indigestioni micidiali.
Delle sbronze coi parenti,
delle luci ipnotiche intermittenti.
Di babbo natale, le renne e gli elfi.
Dei senzatetto che muoiono di freddo e di stenti.
Del panettone e del torrone.
Della glicemia e dei trigliceridi.
Dello spumante, del veglione
e degli auguri sparati a ripetizione.
Della neve che cade a fiocchi,
delle dita mozzate e dei botti,
dei festeggiamenti e dei fuochi,
dei suicidi e delle campane
che suonano gli ultimi rintocchi.