Chissà perché se
ne azzecchi nove su dieci,
passano sempre in sordina.
Né un complimento,
né una pacca sulla spalla.
Nemmeno una moina.
Mai una parola d’incoraggiamento,
un bravo, un buon lavoro,
niente di niente.
Solo calci in culo
e bastonate sulle gengive.
Quando sbagli, poi,
quella singola volta,
succede l’irreparabile.
Te lo fanno notare
aspramente.
Te lo fanno pesare
enormemente.
Ti riprendono come se
fossi uno stupido deficiente.
Ti fanno provare vergogna,
ti mettono alla gogna.
Ti espongono in piazza
e ti tirano la verdura marcia.
Ti fanno sentire una merdaccia.
Ti crocefiggono in sala mensa.
Ti mettono al posto
del tappetino d’ingresso.
Pulendosi sul tuo volto.
Ti umiliano e infieriscono
fino all’esaurimento.
Devo dire che questo trattamento
è molto gratificante,
indubbiamente stimolante.
Lavorare in questa situazione
è l’ideale per crescere e migliorare.
Tutti ambiscono a questa posizione.
Cioè, quella di mettersi a pecorina
e subire, facendosi sfondare
dalla sera alla mattina.
Quella singola volta
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