ANSIA

Quando la vita scorre troppo in fretta
e sei schiavo della lancetta,
pensi e ripensi a quello che ti aspetta:
al cuore gli prende una stretta,
la lingua si secca,
un groppo viene in gola;
è l’ansia che ti inchioda.
Quando ricordi dolorosi
riaffiorano dalla memoria,
le preoccupazioni, le errate azioni,
si pensa sempre alle conseguenze,
alle inevitabili ripercussioni.
 
Proiettarsi nel futuro, trascurando il presente,
preoccuparsi per ciò che è venturo.
È l’ansia per l’avvenire
per quello che ti potrebbe succedere,
o per tutto ciò che non è stato
e che sai che non potrà mai accadere,
o per tutto ciò che è passato
e che non potrà mai più tornare.
 
È l’ansia
per tutto ciò che ti circonda,
per qualche paura profonda,
paura di perdere le certezze,
paura di perdere il controllo,
paura del tracollo…
 
L’ansia è generata
da qualche paura futura o passata
che ci tortura e non ci lascia andare,
ci procura un disagio innaturale.
L’ansia è altamente invalidante,
ti può prendere in qualsiasi istante
e in qualsiasi frangente,
anche per qualche motivo
apparentemente inesistente.
C’è l’ansia di affrontare l’inevitabile,
l’insormontabile, l’inguaribile, l’ineluttabile.
 
Si è come storditi, tramortiti,
come essere in trance, ipnotizzati,
attanagliati, intrappolati, esiliati, isolati.
Ci si dimentica anche di esistere,
la concentrazione va a farsi friggere,
e il sonno va a farsi benedire.
Si è pervasi da un tremore,
in preda a un generale torpore.
Si annaspa in cerca di una boccata d’aria,

di una via di fuga anche immaginaria.

È come sentirsi impotente,
è come essere posseduto,
essere incapaci d’intendere e di volere.
È come essere un morto vivente,
è come stare sospeso in un limbo,
è come percorre il verde miglio,
è come andare incontro a un plotone d’esecuzione.
Si è vittima di se stessi,
succubi delle proprie emozioni
della propria condizione,
della propria…
 
ANSIA