Nel cuore della notte,
un incubo ti sveglia,
subito pensi tra te e te:
“Sarebbe meglio prendere
una pastiglia.”
Spalanchi gli occhi,
sotto hai due solchi,
controlli l’ora,
sono le 3 erotte
e i pensieri si accalcano a frotte:
“Oh no è, l’insonnia, ancora…”
Ti giri e ti rigiri
come un girarrosto,
neanche fosse caldo
come a ferragosto.
Cerchi di riprendere sonno,
ma sai già che sarà inutile,
tenti tutto il kamasutra,
ma una posizione comoda
proprio non la trovi,
ma una posizione consona
proprio non la scovi,
ci provi e ci riprovi.
Alla fine vorresti metterti
a testa in giù,
e nel frattempo
la mente si affolla
di pensieri, sempre più,
manco fossero tifosi
che s’accalcano bellicosi
a una finale mondiale,
staresti più comodo
nella bara al tuo funerale.
Guardi l’ora, ancora,
sperando sia passato
solo un quarto d’ora,
ne è passata una intera,
ti chiedi come sia possibile,
è illogico, insostenibile:
“Il tempo è davvero antisportivo,
avrò un disturbo dissociativo;
avessi lavorato
non sarebbe mai passato
così, tutto d’un fiato.”
Cerchi di sgombrare la mente,
ripensi agli appunti
di meditazione,
pensi al vuoto,
a un foglio bianco,
all’acqua che scorre,
a un bel paesaggio,
a una spiaggia delle Azzorre.
Ma i pensieri.
subdolamente.
si fanno strada,
nuovamente,
rimbombano
con un rumore assordante,
fanno a gara a chi
è più angosciante;
i minuti scorrono
con un ritmo incalzante.
Nel frattempo
con le coperte
hai formato un bozzo larvale,
sei indeciso,
ti stai finalmente
per riaddormentare,
ma ti vorresti pure alzare,
nel dubbio gli occhi
cerchi almeno di riposare.
Non hai il coraggio
di guardare, provi ancora
sapendo che sarà l’ultima,
non puoi più rimandare,
mancano 5 minuti,
eh già, la sveglia
è lì lì che sta per suonare.
Infine ti alzi più stanco
di quando ti sei coricato,
ti guardi allo specchio
con l’occhio crepato:
“Fosse per me,
dormirei altre 8 ore di filato!
Forza si ricomincia,
un altra volta, da capo.”