Col tempo e con la pazienza,
si impara a convivere
con la lontananza,
giunti a un certo punto
se ne ha abbastanza,
si impara a bastarsi,
si impara a fare senza
di qualcuno che ci stia accanto,
si impara a fare affidamento
sulle nostre forze, soltanto,
ma si tende anche a isolarsi,
talmente tanto, che non si riesce
più a stare con qualcun’altro:
non si sopportano più le costrizioni,
non si reggono più le limitazioni,
non si vuole più soffrire,
si vuole soltanto fuggire.
Man mano,
si diventa scostanti,
sempre più sfuggenti,
si diventa scontrosi,
a volte pure permalosi,
si diventa introversi,
per lo più avversi,
si diventa apatici,
quasi autistici:
si fa fatica a conversare,
ci si deve sforzare
sempre più
per interagire
con il prossimo;
la paura
ci attanaglia
e, lentamente,
ci si taglia fuori
con chiunque,
chiudendosi a riccio,
in se stessi.
Ma qualsiasi cosa accada,
non bisogna lasciarsi andare,
gli altri sono soltanto il riflesso
del nostro modo di essere e di agire,
non ci si deve adagiare,
non si deve mollare…
Per imparare
a stare bene con gli altri
bisogna prima imparare
a stare bene con noi stessi,
a conoscersi, a comprendersi,
a perdonarsi, ad aiutarsi,
e ciò non vuol dire arrendersi,
non vuol dire confinarsi,
non significa mettere
la testa sotto la sabbia,
non significa…
Chiudersi in gabbia