Tutte le persone a cui teniamo,
di cui ci preoccupiamo,
con cui condividiamo
la nostra esistenza,
sono la nostra famiglia;
non è solo una questione di sangue,
ma di fratellanza, di appartenenza.
Non deve essere una folla,
non è mica un parapiglia,
anzi più si va avanti nella vita,
e più si contano sulle punte delle dita.
Non è solo quella che ti capita,
ma anche quella che uno si sceglie.
Non importa, per forza, il grado di parentela,
se ti regala cianfrusaglie al compleanno,
se ti manda un messaggio a capodanno,
ricordandosi di te due volte l’anno.
Importa se vi capite, al volo,
se riuscite, sempre e comunque,
reciprocamente a fidarvi.
Se riuscite a consolarvi,
se riuscite a starvi accanto
lungo il vostro cammino,
nonostante l’infausto destino.
Importa quanto vi contraccambiate,
se scherzate e non vi schernite,
se vi supportate e non vi invidiate,
se giocate a pari e dispari
e scegliete entrambi
di essere pari.
Importa se vedete una stella cadente
ed esprimete lo stesso desiderio,
se siete sulla stessa lunghezza d’onda
e vi riconoscereste anche nella baraonda;
se riuscite a ridere insieme,
ed essere voi stessi
senza nascondere i vostri difetti;
se riuscite a stare insieme
senza maschere, senza remore,
senza paranoie, senza storie.
Ma soprattutto, importa,
se siete presenti
in tutti quei momenti,
anche se fisicamente distanti,
in cui gli altri vi sono indifferenti.
Nella felicità e nella malinconia,
in salute e in malattia,
finché la sorte non vi separi.