Un giardino zen,
uno scontro al tramonto;
rumore di acqua che scorre,
petali di ciliegio
che cadono all’unisono.
Il samurai è pronto per vendicarsi,
lavando nel sangue l’onta.
Sguaina la katana in un lampo
e, con una fulminea stoccata,
trafigge il traditore
senza proferire parole,
trapassandolo da parte a parte.
Il candido kimono non è più immacolato,
il sangue gocciola sul selciato.
Lo finisce mozzandogli la testa:
un taglio chirurgico
del suo acciaio giapponese.
Un fiotto fuoriesce,
affresca la parete;
la testa ruzzola,
il collo spruzza.
È una questione di onore,
l’errore si paga con la vita;
è la via del guerriero,
l’antico codice del Bushido.