Inalberarsi

Oggigiorno c’è un tipo di mentalità che mi fa inalberare, che sarebbe da scardinare. Ossia, per spendere poco nell’immediato, si fanno le cose male, alla cazzo di cane, mettendo una pezza. Con l’effetto che l’intervento si rimanda fino all’ultimo, pagandolo a caro prezzo. Le cose vanno fatte bene e per tempo. L’esempio eclatante è che si capitozzano gli alberi invece di potarli. Nell’immediato pensando di risparmiare. Tagliando tutti i rami e riducendo l’albero all’osso. Ma poi alla lunga rimettendoci di grosso. La scusante che adducono è che sporcano e occupano posto, ma in realtà è fatto solo per risparmiare. Peccato che le radici in questo modo si indeboliscono e non trattengono più il terreno, non drenando più la pioggia. Rischiando pericolosi incidenti, infatti senza di loro si generano smottamenti. I rami mutilati, oltretutto, ricrescono più esili e fragili, e cosi diventano a rischio cedimenti, ingigantendo solo il problema. Chi ci comanda sono degli incompetenti. L’unica soluzione finale diventa sempre il taglio, per un loro perpetrato sbaglio ci rimettiamo tutti e non ne cogliamo più i frutti. Gli alberi sarebbero da venerare e da piantare solo per la loro utilità. Tutto questo mi fa inalberare, mi fa sbroccare. Se non ti sai occupare del verde vai a fare il bidello, non il politicante. Sei tu il malvivente, il fottuto criminale, non chi si incatena a un albero per evitare che lo taglino. Vorrei tanto vivere in eterno solo aspettando il giorno in cui gli alberi sciopereranno. Solo allora capiremo quale è il reale danno.