Sta in panciolle
come un pascià
tutto il santo giorno,
altro che cane da guardia.
Non si sposta di un centimetro.
Non si smuove un attimo
neanche se viene un terremoto,
un incendio, un maremoto.
È un cane da salotto.
Se torni dopo un mese,
non ti fa neanche le feste,
apre giusto un occhio.
Può succedere il quarantotto,
ma non si scompone.
Vengono i ladri,
non batte ciglio,
viene qualche malintenzionato,
non emette neanche un latrato.
Solo quando sente la parola “pappa”
o la parola “andiamo”,
allora scatta all’istante,
diventa iperattivo.
Oppure se suona il postino,
allora succede un casino.
Come un marajà,
dorme tutto il resto del giorno,
sprofondato nei cuscini.
Il suo è sonno profondo.
Il suo è un duro lavoro,
ma qualcuno lo deve pur fare.
La sua è una vita da Re cane,
il salotto è il suo reame.