Memorie di un receptionist

I clienti peggiori, a volte, sono quelli più insospettabili. Quelli che entrano signori e irreprensibili, ed escono a gattoni, indistinguibili. In generale comunque, di solito, bisogna stare attenti a certi determinati elementi, quelli da evitare sono balordi, sono diseredati, sono sozzoni e disordinati. Hanno tatuato in fronte nemico pubblico. Hanno l’alito che ha un tanfo di fogna e alcool fin dal mattino presto. Girano senza documento, a volte pure senza una lira e pretendono un attico scontato con vista. Li riconosci prima che entrano dal modo con cui barcollano, dagli stracci che portano. Infradito e buste della spesa, al posto di scarpe e bagagli. Li riconosci subito dal tono di voce spasmodico, dai modi bruschi, dallo biascico, dalla maleducazione e dalla prepotenza. Sono sciatti e distratti, sono sporchi e malandati. In camera dimenticano il mondo. Dopo neanche un giorno ti lasciano un disastro, che sembra passato un tornado. Eppoi hanno anche il coraggio di lamentarsi con le recensioni negative che è un posto sporco. Quando sarebbe da usare le maniere cattive, fustigarli e fargli ripulire con la lingua il pandemonio che hanno lasciato. Sarebbe da mettere il divieto col loro identikit fuori dalla porta d’ingresso a tempo indefinito.