Città decadente

Questa città è spenta.
È moribonda, è tremenda,
è tremebonda, è indecente.
È spoglia, è deprimente.
È decadente, è evanescente.
Si indebolisce continuamente.
Si affievolisce, sparendo,
sempre più velocemente.
Deperisce costantemente.

Non c’è un’iniziativa.
Non c’è un’idea propositiva.
Non c’è una prospettiva.
Non c’è uno spunto.
Non c’è un divertimento.
Non c’è lavoro, non c’è decoro.
Non c’è dimora, non c’è aurora.
Non c’è spazio per respirare.
Non c’è tempo per meditare.

Questa cloaca a cielo aperto,
si sta putrefacendo.
Si sta decomponendo,
ogni momento che passa.
Ogni abitante è uno spettro
che dissemina spavento.
È come morto dentro.
È un cadavere ambulante
che vaga alla ricerca di cervello.

Questa città fantasma
è desolata e stanca,
va avanti solo per inerzia.
Non ha più una vita propria.
Neanche un’aspettativa.
Conduce un’esistenza
autodistruttiva,
che la sta portando,
inevitabilmente, alla rovina.

Questo agglomerato di grigiore,
non ha più immaginazione.
Non ha più nessun colore.
Neanche un grado di calore.
È pervasa da un diffuso torpore.
Come se si stesse assiderando,
come fanno i suoi senzatetto,
addormentandosi all’addiaccio.
Senza vestiti e senza coltre,
aspettando solo la morte.