L’unica cosa che sa fare,
lo scriteriato genere umano,
è trovare un luogo florido,
prospero e pullulante
di ogni ben di dio.
Lussureggiante e abbondante
di ogni forma di vita.
Eppoi considerarlo erroneamente
solo una risorsa, una materia prima,
da sfruttare senza riserbo alcuno,
invece che un tesoro prezioso
da preservare e valorizzare.
Quindi spolparne e depredarne
ogni centimetro quadrato.
Farne piazza pulita.
Inquinare e contaminare
come se non ci fosse un domani.
Così, quando non rimane
che un cumulo di macerie,
l’uomo, non sa fare altro
che spostarsi altrove
e ricominciare da capo.
Finché non resta più niente
da cui attingere, da distruggere.
Finché non rimane che terreno arso.
Finché non gli resta altro che estinguersi
o cambiare pianeta, disperandosi,
per ogni delitto efferato che ha perpetrato,
con un pentimento postumo.
Ma senza cambiare veramente abitudini.
Continuando, imperturbato,
con il suo modus operandi.