Quanto è bello pedalare
in pianura, arrancare in salita
e sfrecciare in discesa a tutta birra.
Ognuno va alla propria andatura,
non c’è nessuna premura.
È uno sport salutare,
alla portata di tutti quanti.
Fa bene al cuore, fa dimagrire
e rinforza pure le gambe,
senza appesantire le giunture.
Eppoi ti fa sentire libero da ogni vincolo.
Bisogna solo stare molto attenti
alle portiere aperte all’improvviso,
agli insetti che si catapultano sul viso.
Alle vecchiette che si buttano sotto.
Alle crepe e alle buche sul suolo.
E, certo, che qualcuno non ti investa.
Quello che non sopporto proprio, però,
è quando gli altri vanno a gruppi
e occupano l’intera carreggiata.
Quelli con le tutine fosforescenti,
i bicilcisti della domenica,
che fanno gli svelti svelti,
e filano affiancati parlando dei propri fatti,
completamente incurante degli altri.
Mi sembrano solo dei gran prepotenti.
Si fanno odiare dagli automobilisti,
e per colpa loro ci rimettono tutti i ciclisti.
Anche chi come me va in solitaria
e se ne sta tranquillo a bordo strada,
senza disturbare anima viva.
Quanto è bello pedalare
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