Arrivati a un certo punto,
dici, non mi conviene più
ritornare dove sono stato.
Fare quello che ho già fatto.
Sprecare tempo.
Non ha più nessun senso
ripensare al passato.
Tornare su ogni mio passo.
Non me ne frega più
un beneamato cazzo.
Il dado è tratto.
Non ne vale la pena.
Ma chi se ne frega!
Ma chi me lo fa fare.
Faccio meglio a declinare.
Me ne sto nel mio,
coltivo la beata solitudine
e nomino in vano dio.
Cosi a caso,
non si sa mai.
Esistesse,
magari mi sente
e si pente
di avermi
messo al mondo
senza nessun omologo
fatto apposta
per starmi intorno.
Di avermi preso per il culo
fino a questo punto
di non ritorno.