Ogni foglio strappato è un albero abbattuto e una boccata di ossigeno di cui ognuno è stato privato. Il numero delle foreste in soli 100 anni si è già dimezzato!
Ogni diamante regalato significa altro sangue versato, un paese destabilizzato, depredato e un innocente morto ammazzato.
Ogni costoso giocattolo tecnologico acquistato è un destino inesorabilmente segnato, è l’ennesimo bambino del Congo condannato a spalare rocce e fango.
Ogni volta che tiri lo sciacquone, ogni volta che lavi i piatti, ogni volta che usi la lavatrice e la lavastoviglie, sprechi risorse preziose che non andrebbero ulteriormente erose…
Ogni bottiglia di plastica gettata, ogni fibra sintetica lavata, ogni sostanza chimica scaricata significa altra immondizia sfociata in mare, altra microplastica dai pesci ingerita, e la cena in tavola è servita!
Ogni volta che compri da un grande marchio, che tiene i propri lavoratori sotto torchio, finanzi una multinazionale dall’istinto criminale, il più delle volte spietata, che antepone sempre l’interesse personale e il profitto, alla salute e al rispetto per la vita.
Ogni fabbrica delocalizzata, significa altra coloniale manovalanza schiavizzata, altri disperati lavoratori locali cassaintegrati.
Ogni volta che vai al supermercato, il dubbio è amletico, carta o plastica? Alberi o petrolio? E ogni volta che compri una giacca: meglio ecopelle dalla plastica o pelle da una altra vittima faunistica? È meglio l’aspartame o lo zucchero raffinato? Meglio il cianuro o la formaldeide? La verità è che le alternative ci sono ma nessuno le vuole fornire, bisogna solo scegliere il meno peggiore, come se non ci fosse fine al quotidianorrore.
Ogni azione genera una reazione…
Compri responsabilmente, compri vegano, compri soia, compri quinoa, compri avocado, compri mangiare “sano”, pensando sia biologico, ecosostenibile, irreprensibile, e non ti accorgi che dietro c’è l’ennesima catena di sfruttamento, che si traduce in un globale lamento, magari non sfrutta gli animali, ma sfrutta le persone e l’ecosistema. All’origine c’è sempre qualcosa di ingiusto, c’è sempre un patema!
Il problema è sempre alla base: il Sistema.
Pensi di comprare intelligentemente, ma dietro il tuo risparmio c’è una storia di sfruttamento, evidentemente: un contratto non firmato, un salario da sottopagato, nessuna fascia oraria, nessuna assicurazione sanitaria: alla fine è anche la qualità del prodotto che ne risente, il guadagno apparente, di sicuro, non è in salute.
Il problema principale è sempre il nesso causale, che sussiste tra società e il capitale, quando la regola generale è pensare esclusivamente a produrre, a consumare e trascurare l’eventuale effetto collaterale.
Il comandamento è esternalizzare, lavarsene le mani a tutti i costi.
Prima di comprare, prima di consumare, prima di commettere, bisognerebbe sempre riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni…
Ogni diamante regalato significa altro sangue versato, un paese destabilizzato, depredato e un innocente morto ammazzato.
Ogni costoso giocattolo tecnologico acquistato è un destino inesorabilmente segnato, è l’ennesimo bambino del Congo condannato a spalare rocce e fango.
Ogni volta che tiri lo sciacquone, ogni volta che lavi i piatti, ogni volta che usi la lavatrice e la lavastoviglie, sprechi risorse preziose che non andrebbero ulteriormente erose…
Ogni bottiglia di plastica gettata, ogni fibra sintetica lavata, ogni sostanza chimica scaricata significa altra immondizia sfociata in mare, altra microplastica dai pesci ingerita, e la cena in tavola è servita!
Ogni volta che compri da un grande marchio, che tiene i propri lavoratori sotto torchio, finanzi una multinazionale dall’istinto criminale, il più delle volte spietata, che antepone sempre l’interesse personale e il profitto, alla salute e al rispetto per la vita.
Ogni fabbrica delocalizzata, significa altra coloniale manovalanza schiavizzata, altri disperati lavoratori locali cassaintegrati.
Ogni volta che vai al supermercato, il dubbio è amletico, carta o plastica? Alberi o petrolio? E ogni volta che compri una giacca: meglio ecopelle dalla plastica o pelle da una altra vittima faunistica? È meglio l’aspartame o lo zucchero raffinato? Meglio il cianuro o la formaldeide? La verità è che le alternative ci sono ma nessuno le vuole fornire, bisogna solo scegliere il meno peggiore, come se non ci fosse fine al quotidianorrore.
Ogni azione genera una reazione…
Compri responsabilmente, compri vegano, compri soia, compri quinoa, compri avocado, compri mangiare “sano”, pensando sia biologico, ecosostenibile, irreprensibile, e non ti accorgi che dietro c’è l’ennesima catena di sfruttamento, che si traduce in un globale lamento, magari non sfrutta gli animali, ma sfrutta le persone e l’ecosistema. All’origine c’è sempre qualcosa di ingiusto, c’è sempre un patema!
Il problema è sempre alla base: il Sistema.
Pensi di comprare intelligentemente, ma dietro il tuo risparmio c’è una storia di sfruttamento, evidentemente: un contratto non firmato, un salario da sottopagato, nessuna fascia oraria, nessuna assicurazione sanitaria: alla fine è anche la qualità del prodotto che ne risente, il guadagno apparente, di sicuro, non è in salute.
Il problema principale è sempre il nesso causale, che sussiste tra società e il capitale, quando la regola generale è pensare esclusivamente a produrre, a consumare e trascurare l’eventuale effetto collaterale.
Il comandamento è esternalizzare, lavarsene le mani a tutti i costi.
Prima di comprare, prima di consumare, prima di commettere, bisognerebbe sempre riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni…
Sulle eventuali ripercussioni