Un mondo migliore è possibile. Basta solo un po’ d’immaginazione. Bisogna spingersi oltre l’attuale comprensione. Oltre l’odierna occlusione mentale. Oltre la famelica società del capitale. Rifiutandosi di credere che sia l’unica possibile. Bisogna spingersi oltre la stringente logica economica che ci soffoca, che, onnipresente, imperversa. L’ipotetica crescita infinita che condiziona la nostra esistenza. Bisogna ritornare a una condizione ridotta, ideale, essenziale, a dimensione d’uomo. Ritornare alla campagna, a uno stile di vita frugale, consono, in armonia con ogni ritmo biologico. Migrare verso un tipo di società anarchica, pacifica, di rispetto reciproco, di condivisione, cooperativa, solidale, rurale. Smettere di venerare ogni divinità, in particolare il conio. Smettere di farsi dividere e divorare dall’odio. Decrescere felicemente, rallentando i ritmi frenetici. Distendere i nervi e ripensare ai nostri schemi, alle nostre priorità. Tornare in comunione e in armonia con la nostra unica madre, col nostro essere animale.