A un certo punto del mio percorso ho capito che la propria crescita è una faccenda personale, un percorso individuale, bisogna scavare, guardarsi dentro e trovare se stessi. Stringere i denti e trovare sempre un motivo per andare avanti, passo dopo passo, un gradino alla volta. Ognuno ha i suoi modi e i suoi tempi. Nel mio percorso ho imparato poche ma buone cose. Che bisogna, in primis, imparare a piacersi, ad accettarsi, nel bene e nel male, e da lì partire. Analizzarsi, imparare a conoscersi e a modellarsi, come un blocco grezzo di argilla. Che bisogna trovare la fiducia in sé stessi e che la propria autostima non deve dipendere dal giudizio degli altri. Non bisogna tenere conto delle dicerie e delle malelingue. Invece tirare dritto e andare per la propria strada, anche se è solitaria. Ma senza dare le testate ai muri, senza rinchiudersi in una prigione. Solo il tempo ci darà ragione. Ho imparato che il rispetto è basilare, tratta gli altri come vorresti essere trattato. Anche l’umiltà è fondamentale, non si finisce mai d’imparare. Si resta per sempre studenti. Ho capito, poi, che bisogna gioire degli sprazzi di sole in ogni giorno uggioso. Ho capito che se non impari la lezione, ti si riproporrà la questione all’infinito. Ho capito quanto ogni cosa non debba essere mai data per scontata, perché te ne accorgi solo quando non c’è più. Ho capito quanto bisogna tenere i piedi a terra ma la testa rivolta all’insù. Ho capito che niente dura per sempre, perciò la vita va assaporata, va vissuta attimo per attimo, finché sei in tempo, cogliendo il momento quando è propizio. Ricordando che, alla fine, l’unica sfida da cui bisogna non uscire sconfitti è quella con noi stessi, cercando di essere sempre migliori di come eravamo ieri.