Questo mondo malato è fondato sulla competizione, sulla prevaricazione. Incita le persone a scannarsi l’un l’altro per raggiungere un obbiettivo fittizio. Cercando di dividerci in ogni modo, di metterci contro, incitandoci allo scontro. La competizione è come un tiro alla fune che non giova a nessuno, dove le forze opposte si annullano. Dove alla fine non si va da nessuna parte, si resta sempre fermi in disparte, ci rende inermi. Invece una popolazione affiatata e coesa spaventa la cerchia ristretta che ci comanda a bacchetta. Perché se ci unissimo, cooperando volontariamente, se mettessimo da parte anche solo per un attimo tutte quelle inezie, capiremmo che ci hanno ingannato fin dall’inizio. Capiremmo che questo è il momento propizio, se non ora, quando? Cosa stiamo aspettando? Che ci invadano gli alieni e ci facciano ritornare scimmie? Perché non si può perseguire il benessere personale senza per forza calpestare il prossimo? L’essere umano è talmente egoista da preferire l’estinzione di massa, al dover fare la pace e andare d’accordo? Perché non possiamo unirci e prosperare per aspirare a una destino migliore, invece di scannarci per l’ultimo tozzo di pane?