Come se fosse facile

Chissà perché ognuno che incontro,

dopo essersi dispiaciuto per l’accaduto,

mi chiede quando ne prenderò un altro.

Come se fosse un elettrodomestico rotto

e potessi in un attimo rimpiazzarlo.

Come se tutti questi anni passati insieme

e la fedeltà del mio migliore amico,

non contassero più niente per me.

Improvvisamente.

 

Io forse sono fatto male,

ma quando voglio bene a qualcuno,

lo faccio incondizionatamente,

strenuamente e fedelmente.

Finito quello, per me, è un argomento chiuso.

Difficilmente torno sui miei passi.

Per gli altri invece sembra uno scherzo.

Come se per loro fosse la prassi

rimpiazzarsi a vicenda,

lasciandosi tutto quanto alle spalle.

 

Invece per me risulta l’esatto opposto.

Come se fosse facile, del mio cuore,

raccogliere i frammenti sparsi.

Come se fosse semplice dimenticarsi

di tutti i bei momenti e di quelli struggenti,

e voltare pagina, così, con nonchalance.

 

Quando qualcuno muore

non scompare mai il dolore.

Si trasforma piuttosto,

magari si attenua,

magari cambia forma,

ma non se ne va mai definitivamente.

 

Come una ferita che si rimargina,

ma rimane per sempre una cicatrice.

Quella parte di anima si annerisce

e non torna mai più come prima.

E mente chi il contrario asserisce.