Girotondo

Giro girotondo… purtroppo, è così che le cose vanno, oggigiorno, al nostro mondo. Siamo rinchiusi in gabbie mentali, prigioni dalle quali non si può scappare. Si può solo tentare di abbellire il nostro davanzale con qualche fiore ornamentale; cade un petalo ogni volta che proviamo dolore, ogni volta che si strugge il cuore. Quando ti senti claustrofobico, puoi solo affacciarti, all’occasione, se ti viene il magone. Quando ti sembra di essere anaerobico, puoi solo dare una boccata d’aria, respirando a pieni polmoni, sbirciando quello che c’è fuori. Siamo rinchiusi nella nostra vita surreale, in cui si vive unicamente per lavorare. In cui ci è solo concesso di sfogare ogni nostra frustrazione con qualche eccesso, in cui ci è dato di appagare ogni nostra insoddisfazione col consumo sfrenato, con qualche distrazione e con qualche intrattenimento, che ci procura un illusorio senso di appagamento. Ma così facendo restiamo intrappolati, avviluppati, in una spirale, da cui nessuno può scappare, ipnotizzati, ci consumiamo a nostra volta, lentamente, pervasi dalla frenesia del momento; come in una preistorica danza rituale, attorno a un falò acceso, che nessuno può fermare. Siamo relegati nei nostri personaggi, seguendo un copione, recitando dei ruoli, come comparse in ordine sparso. Come in un ballo in maschera, in cui ognuno indossa la propria, sfoggiandola ad arte. Come bambini che si tengono per mano, felicemente inconsapevoli, girando in tondo senza mai fermarsi, ma senza andare, in realtà, da nessuna parte.