Sono recluso,
sono escluso
dalla vita sociale,
dalla vita in generale.
Sono rinchiuso in una cella,
la mia casa è la galera.
Sono un ergastolano,
io invecchio e intanto
il mondo gira in tondo,
e, nel frattempo,
gli anni trascorrono.
Verso una lacrima
per ogni attimo perso
passato qua dentro.
Sono tenuto in isolamento,
nonostante il mio pentimento.
Guardo la vita da dietro le sbarre,
una finestra a strisce verticali
mi divide dai comuni mortali.
Ogni giorno aspetto
e spero solo nell’ora d’aria.
Stando sempre al buio
a volte mi dimentico
di come sia l’esterno,
del canto degli uccelli,
dell’aria fresca tra i capelli,
del profumo di un fiore,
del tepore del sole.
Ho chiesto clemenza
ma inesorabilmente
si avvicina la mia sentenza.
Quale sarà il mio epilogo?
Dovrò percorrere l’ultimo miglio
o rimarrò a crepare dimenticato
e solo nel mio giaciglio?
«E quando ti mettono nella tua cella, e senti sbattere il cancello, allora capisci che è tutto vero. L’intera vita spazzata via in quel preciso istante. Non ti resta più niente, solo una serie interminabile di giorni per pensare. Molti novizi danno quasi i numeri la prima notte, e ce n’è sempre qualcuno che si mette a piangere. Succede ogni volta. L’unica domanda è: chi sarà il primo?»
(Tratto dal film Le ali della libertà)