Per essere a mio agio in questo mondo malato

Avrei dovuto essere avvenente, essere intraprendente, affascinante, avere la parlantina, avere doti da oratore per imbonire le folle. Avrei dovuto essere il primo della classe, rivaleggiare e primeggiare, schiacciare i miei diretti concorrenti senza ripensamenti. Avrei dovuto essere affamato, essere spietato, essere un arrampicatore sociale, essere senza coscienza, per fare carriera e per poter commettere ogni genere di cattiveria senza rimorso, senza conseguenza. Avrei dovuto essere conformista, uniformarmi alle mode, al pensiero del gregge, belare e invecchiare senza reale sviluppo mentale. Avrei dovuto essere scaltro, furbo, astuto e bastardo quanto basta per turlupinare il prossimo senza rimorso. Avrei dovuto essere egoista, arrivista e qualunquista, freddo e calcolatore, cinico e sfruttatore, venale e avaro. Avrei dovuto essere uno schiavo del Dio Denaro, essere un suo adepto, spendere e spandere senza ritegno. Per essere a mio agio in questo mondo malato, avrei dovuto amare le cose e usare le persone. In quel modo, forse, avrei avuto ragione. Avrei avuto un destino favorevole, una corsia preferenziale, la pappa pronta, il semaforo sempre verde. Ma preferisco essere considerato disadattato, essere deriso ed emarginato, piuttosto che essere come qualsiasi altro clone omologato, che ha barattato la sua libertà di pensiero per dei gingilli luccicanti senza reale valore né significato.