
Se regnassero gli animali
Non ci sarebbero disparità.
Non ci sarebbero atrocità.
Non ci sarebbero bestialità.
Ognuno verrebbe retribuito
in base al suo contributo.
Tutto verrebbe ridistribuito
equamente, solidariamente...
Non ci sarebbero disparità.
Non ci sarebbero atrocità.
Non ci sarebbero bestialità.
Ognuno verrebbe retribuito
in base al suo contributo.
Tutto verrebbe ridistribuito
equamente, solidariamente...
Che gusto ci sarà
nel vederli
in un angolo rannicchiati.
Impietriti,
con gli sguardi spenti.
Sofferenti.
Fissando nel vuoto.
Messi in mostra
come fenomeni da baraccone.
Che gusto ci sarà
nel vederli
stritolati nella morsa
della solitudine...
Mi commuove
la felicità di un bambino povero
che, pur non avendo niente,
si accontenta ugualmente
dell'invisibile,
non si lamenta
dell'intangibile,
vive d'immaginazione,
assapora ogni emozione...
Quando sarà il momento,
voglio lasciarti andare
senza il minimo pentimento,
senza pianti, senza rimpianti,
senza commiati.
Sarà certamente
un triste evento,
ma non voglio lasciarmi dietro
niente, nessun accento,
nemmeno un punto...
Sta in panciolle
come un pascià
tutto il santo giorno,
altro che cane da guardia.
Non si sposta di un centimetro.
Non si smuove un attimo
neanche se viene un terremoto,
un incendio, un maremoto...
Alle prime luci dell'alba,
il gallo si sveglia e canta.
Il leone sbadiglia
e si stira le zampe.
Il coniglio digrigna i denti
e drizza le orecchie.
La scimmia si stropiccia
gli occhi ancora spenti.
Il corvo gracchia.
La iena ridacchia...
Sono un felino,
ogni qual volta vedo
un pertugio mi ci infilo.
Sono un giocherellone,
con un gomitolo di lana
mi diverto per intere ore.
Se vedo una scatola
diventa una trappola,
non ne esco più fuori...
Me ne sto rinchiuso
in un angolo tetro.
Sento freddo, sento dolore.
Sono impietrito dal terrore.
I miei aguzzini non hanno un cuore.
Vivo ogni istante urlando,
aspetto il mio turno tremando...
Sono un essere vivente,
sono un terrestre,
un abitante della terra,
respiro l'atmosfera.
Come chiunque altro
merito rispetto,
merito affetto...
Trotterella, spensierata e leggiadra,
la preda, beata e ignara
bruca l'erba fresca,
balzellando di fiore in frasca.
D'un tratto, però, s'ode un latrato in lontananza,
nel bosco han fiutato una fragranza,
sono i segugi che puntano in una direzione,
in bocca sentono già il suo sapore.
La preda drizza l'orecchia,
s'accorge, e in un lampo si dà alla macchia...